martedì 6 dicembre 2011

DICHIARAZIONE DI FIUGGI - 3 dicembre 2011


“Per amore dell’Italia”




DICHIARAZIONE DI FIUGGI 3 dicembre 2011

Premessa

Il Partito Socialista Italiano ha riunito il proprio Congresso in tempi di crisi di gravità inaudita. Crisi che non è soltanto economica e finanziaria ma è altrettanto crisi di democrazia, della partecipazione politica, di fiducia e di speranze.
In un momento storico che richiede la massima coesione in Italia, e tra le nazioni dell’Unione Europea, abbiamo approvato la costituzione del governo presieduto da Mario Monti, L’azione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stata di eccezionale efficacia, sfruttando al meglio le proprie prerogative costituzionali per uscire da una impasse ogni giorno più delicata. Un governo definito come “tecnico” deve comunque compiere ogni giorno scelte politiche, e non è quindi al di sopra di un giudizio politico sulle iniziative che metterà in campo. I socialisti faranno sentire la loro voce perchè queste iniziative vadano nella direzione dell’equità, della ripresa economica e dello sviluppo, del rilancio dell’occupazione, della promozione di merito e pari opportunità.

In tutto questo, cresce la consapevolezza che niente potremo fare senza l’Europa: nè efficaci politiche di risanamento finanziario, nè nuovi modelli di società e di sviluppo. C’è quindi bisogno di un’Unione Europea che risolva il suo storico deficit di democrazia, in direzione degli Stati Uniti d’Europa; non vogliamo lasciare ad alcuni leader conservatori, con alla testa il binomio Merkel-Sarkozy, il privilegio, che si sono arrogati, di parlare e decidere a nome dell’Europa. Per questo occorre guardare lontano, e prevedere l’elezione diretta del Presidente della Commissione Europea.

Fare, creare, innovare

La risposta alla crisi non può ridursi ai sacrifici: si devono tagliare sprechi e privilegi, ma ancor più necessario sarà rilanciare la fiducia, superare l’attuale clima di timore e incertezza, riguadagnare credibilità internazionale. Scommettere sull’intelligenza, la creatività, il coraggio. Per questo servono merito e inclusione. Occorre promuovere la crescita, sostenendo con investimenti adeguati ricerca e tecnologia, formazione professionale ed educazione. Rimettendo al lavoro le risorse oggi emarginate, a cominciare dall’emergenza degli oltre due milioni di giovani che risultano senza lavoro né formazione. Riportando al centro la questione delle pari opportunità, svilita da modelli mediatici umilianti per le donne. Mettendo al centro la qualità dell’economia, da quella delle nostre migliori tradizioni, turismo, economia, arte e cultura, a quella più innovativa, dell’energia sostenibile, la comunicazione, le infrastrutture.
Promuovere sviluppo e ripresa economica richiede il reperimento di nuove risorse, sia per gli investimenti che per un nuovo stato sociale, che garantisca la serenità delle famiglie, così come la sicurezza del numero crescente di anziani soli e la libertà dei giovani che devono essere messi in grado di lasciare la famiglia d’origine.
C’è quindi l’urgenza di attingere alle rendite e alle transazioni finanziarie, ai grandi patrimoni, di combattere l’evasione fiscale, di rendere sempre più trasparente la spesa dello Stato e degli enti locali e regionali. Non semplici risparmi, ma una grande opera di rimodulazione del prelievo fiscale e di reindirizzamento delle risorse, che confermi quel “modello sociale europeo” di alta qualità dei servizi pubblici, in primo luogo scuola e sanità. Proponiamo, tra l’altro, un Prestito per l’Italia: un prelievo progressivo, pluriennale, per i cittadini a reddito medio-alto e dotati di patrimoni mobiliari e immobiliari, garantito da titoli di Stato con rendimento pari all’inflazione programmata. Questo ridurrebbe la spirale perversa degli attuali tassi d’interesse producendo liquidità indispensabile per far


fronte alle urgenze e alle nuove sfide.
La promozione del merito e delle migliori capacità non si può avere senza adeguate politiche di inclusione. Modello sociale europeo significa anche fissare per legge livelli minimi, tendenzialmente universali, di reddito e di salario. L’attuale dualismo del mercato del lavoro, tra più e meno garantiti, così come le differenze tra generazioni, non si possono affrontare esasperando i conflitti; la precarietà e l’incertezza del futuro colpiscono del resto tutti, ed ogni generazione. Garanzie di reddito e ammortizzatori sociali vanno rivolti quindi a tutti coloro che sono a rischio di perdere il posto di lavoro o la propria attività professionale, ed a qualunque età.

Superare gli interessi particolari, per rimettere al centro le ragioni generali della convivenza civile, è poi una necessità imposta dall’emergenza ambientale, da cui nessuno può dirsi al riparo: la minaccia dei disastri ambientali, aggravata dal cambiamento climatico, la riduzione delle risorse comuni, a cominciare dall’acqua, il problema dell’energia e delle risorse alimentari per far fronte all’aumento della popolazione mondiale, non consentono nemmeno ai più privilegiati di acquistarsi una sicurezza personale.

Un nuovo repubblicanesimo, una nuova Europa

Ricostruire la coesione sociale e nazionale è il primo compito della politica nei prossimi anni: dopo i disastri di un malinteso federalismo che ha scaricato sugli enti locali responsabilità dell’amministrazione centrale senza dotarli dei poteri e delle risorse adeguate, e attizzato il conflitto tra Nord e Sud, occorre portare l’accento su ciò che ci unisce. In particolare, lo sviluppo del Mezzogiorno, liberato dalle mafie, va inserito nell’apertura delle grandi reti commerciali tra Europa, Mediterraneo e Oriente. Una grande nazione, l’Italia, deve saper trovare al suo interno, a 150 anni dall’unità istituzionale, una più grande unità di princìpi, per guardare al futuro: è di primaria importanza una riforma della cittadinanza per i figli degli immigrati nati e cresciuti tra di noi, ed è urgente una più rigorosa laicità, nel rispetto reale al moderno differenziarsi delle identità e delle confessioni religiose, tutte egualmente rispettabili.
Pensiamo che si debba rifondare in maniera condivisa la base della nostra convivenza, con un’Assemblea Costituente che porti, tra l’altro, ad una rinnovata centralità del Parlamento e all’elezione diretta del Presidente della Repubblica, punti cardine di rappresentatività e unità.
Per questo, i valori del socialismo riformista rimangono una risorsa per l’intera comunità nazionale: ideali di umanità, dignità, rispetto per sé e per gli altri che possono ispirare politiche condivise e sostenute da un consenso assai ampio. In termini di azione politica, questo significa dedicare le nostre energie ad un nuovo e ampio centrosinistra, che sappia parlare con convinzione con entusiasmo, con gentilezza e mitezza, al più ampio numero di italiani e di italiane. Gli elettori devono poter essere in grado di esercitare la scelta non solo dei partiti, ma anche dei candidati, e questo si fa con una riforma della legge elettorale, ma anche, e forse in primo luogo, della vita dei partiti politici, che deve essere trasparente e davvero partecipata, secondo il dettato costituzionale. Altrimenti la politica non riguadagnerà il prestigio perduto, a tutto danno della democrazia.

Vogliamo un’Europa, dove popoli e cittadini abbiano voce nelle decisioni, e dove le scelte siano votate e non imposte da una tecnocrazia, sotto la finzione di un’unanimità istituzionale che del resto il Partito del Socialismo Europeo ha già cominciato a contestare, richiamando l’attenzione sulla necessità di una dialettica politica tra progressisti e conservatori a livello europeo. Tutto ciò ripropone il problema di una forza politica riformista in Italia, che sia partecipe della costruzione di un Partito del socialismo europeo sempre più adeguato alla dimensione globale delle sfide. Confermiamo la nostra aspirazione a farci promotori di un rinnovamento complessivo della sinistra riformista italiana, attraverso una nuova unità tra tutte le forze espressione della sua storia, e quelle forze del riformismo cristiano e laico aperte a parteciparvi.

Prevediamo la scomposizione del bipolarismo italiano che abbiamo conosciuto negli ultimi anni. Per questo fine ci diamo tre impegni:

Primo passo: ci rivolgiamo a color che si riconoscono nell’esperienza e nella tradizione socialista italiana, affinché il 2012, centoventesimo anniversario della nascita del PSI, sia il tempo della definitiva riunificazione del popolo socialista italiano.
Secondo passo: proponiamo la Convenzione dei Socialisti e dei Liberalsocialisti che rimetta in campo una cultura laica e riformista oggi tanto essenziale quanto dispersa e compressa dal sistema politico attuale.
Terzo passo: dopo il tempo degli appelli e delle convenzioni, viene il tempo dell’azione quotidiana. I circoli, le risorse, i mezzi di comunicazione del PSI, compreso il ricostituito Avanti!, saranno a disposizione ogni giorno di questa proposta che siamo certi che non potrà che trovare nei valori di eguaglianza e giustizia del socialismo democratico, libertario, liberale il suo cemento, nella socialdemocrazia europea il suo schieramento, e nel cuore e nelle menti degli italiani un suo certo successo.







Benigni celebra Pertini

Nencini ringrazia Benigni per il ricordo del grande Pertini



Caro Roberto,
l'emozionante ricordo della tua famiglia e del presidente Pertini ha emozionato tutti gli italiani. Chi ti scrive si è anche commosso.
La storia d'Italia è disseminata di sconosciuti "Pertini". Come tuo padre, come mia nonna, come quanti si alzano alle sei del mattino per conquistare un pezzo di gloria quotidiana. Un esame ben fatto, un lavoro ben eseguito, una buona azione.
Il socialismo non è stato solo utopia. E' stato riforme ed azioni che hanno reso più libera e più civile la comunità nella quale viviamo. Il socialismo nasce da un'idea perfetta di libertà. La libertà che tu hai narrato cantando il Paradiso di Dante: "Lo maggior don che Dio per sua larghezza fesse creando fu de la volontà la libertade".
La possibilità che deve avere ciascuno di noi di scegliere la sua strada. 
Questo patrimonio ideale non appartiene ad un solo partito. Ma è figlio soprattutto di questo partito.Ti sono grato per aver ricordato una magnifica eresia.
Da toscano a toscano.
Con un forte abbraccio.
Riccardo Nencini

domenica 4 dicembre 2011

Intervento di Ugo Intini al Congresso di Fiuggi 2-3-4- dicembre 2011


Intervento di Ugo Intini

Ho previsto con molti anni di anticipo quello che sta accadendo. Lo ricorderò con delle citazioni precise non per presunzione, ma per sottolineare il valore dei Partiti e della loro cultura. Ho visto giusto infatti non perché sono bravo, né per un motivo personale. I Partiti hanno radici, una storia, un lavoro comune. Per questo, sono delle intelligenze collettive. Da modesto da portavoce e semplificatore, ho scritto quello che il partito socialista, per la sua storia, poteva capire prima degli altri.
Nel 2001, nel mio libro “La privatizzazione della politica”, scrivevo “La barca dell’economia mondiale procede squilibrata. Ha a bordo un elefante,che si muove disordinatamente e rischia continuamente di capovolgerla. L’elefante si chiama finanza globale e il suo corpo è costituito prevalentemente dai titoli derivati. Sta sostituendo l’economia reale con una economia di carta. Questa economia di carta,come un tessuto canceroso,raddoppia ogni due anni,rischiando di soffocare l’economia reale. Anche perché alla carta non corrisponde la sostanza. Richiederà un cambio di mentalità condurre i governi a intervenire. L’unica questione è se questo cambio di mentalità avverrà prima o dopo il crollo del sistema”. Purtroppo,il cambio di mentalità sta avvenendo, forse(forse)dopo il crollo del sistema. Non ero un veggente,ero un socialista che leggeva e riassumeva i libri dei socialisti.
I socialisti hanno potuto capire e prevedere. Non hanno capito niente i grandi giornali, i loro professori ideologi fanatici del liberismo(altro che fine delle ideologie!)i quali continuano cionondimeno tutti i giorni a dare lezioni. Vogliamo dirlo più brutalmente? Il disastro economico è nato per il crollo del sistema finanziario nel 2007. Non è stato colpa dei pensionati. Né dei salariati. Né degli imprenditori che cercano di lavorare e competere. No. E’ stata colpa di una banda di irresponsabili o di delinquenti, finti tecnici e finti economisti. Che hanno trasformato le Borse in un casinò senza frontiere. Che hanno perseguito una ricchezza di carta, virtuale, distruggendo la ricchezza vera, che si tocca con mano, che nasce dal lavoro.  Gli Stati li hanno salvati dalla bancarotta. Erano obbligati. Si è così stabilito, però, per la prima volta nella storia, un principio che un tempo i finanzieri neppure avrebbero osato sognare. Il principio che gli utili sono privati( dei finanzieri) e le perdite sono pubbliche(di tutti). Quando va bene si arricchiscono loro, quando va male, paghiamo noi. C’è di più. La finanza internazionale ha ricevuto dunque soldi a palate dagli Stati e adesso li usa per far fallire gli Stati stessi speculando al ribasso sui loro titoli, mordendo la mano di chi li ha soccorsi.
Dobbiamo ringraziare i giovani indignati di Washington come di Tokio.  I giornali italiani se la prendono con i costi della politica (un po’ per liquidarla del tutto, un po’ per sviare l’attenzione dai colpevoli veri). Dimenticano tra l’altro che l’intero Parlamento(Camera e Senato)costa ai contribuenti meno della RAI. Ma i giovani indignati hanno puntato il dito contro la trave, non contro le pagliuzze. Se la sono presa non contro le istituzioni rappresentative dei cittadini e quindi contro la democrazia, bensì contro la finanza internazionale.  Hanno sollevato un enorme problema morale, che è il seguente. Ieri in sostanza Angeletti lo ha detto. Sempre, giustamente,  si sono chiesti sacrifici ai cittadini per l’interesse comune. Sempre, giustamente, gli imprenditori hanno detto che perseguono la ricchezza e il successo, si, certo, ma attraverso il lavoro, per la prosperità della Nazione e il bene di tutti. Adriano Olivetti, che era un socialista, e ha creato l’Olivetti dal nulla, diceva che un manager deve guadagnare dieci volte più di un operaio. Non di più. Questi guadagnano mille volte di più. Non per creare ricchezza, ma per distruggere ricchezza. Questi appartengono, per la prima volta nella storia dell’umanità, a una classe dirigente economica apolide, senza frontiere, senza lealtà nazionale, che teorizza il proprio arricchimento a qualunque costo. Anche al costo di disgregare gli Stati, attraverso la loro bancarotta. Anche al costo di devastare come cavallette il frutto del lavoro altrui. La politica non c’è più e si accetta perciò passivamente tutto. Si considera il Mercato con la M maiuscola come un valore assoluto, sciolto dalle leggi e dalla morale. Più sacro e intoccabile di un Re. Anzi, molto di più. Perché neppure i Re, da secoli, sono legibus soluti, al di sopra delle leggi e della morale. I giovani hanno spezzato un tabù, ci hanno detto che la democrazia deve reagire, deve imporre regole globali come la finanza, facendo ritornare le Borse luoghi dove si investe e si scambia per alimentare le imprese e il lavoro, non per distruggerli.
I grandi giornali per anni hanno usato una espressione retorica che faceva infuriare i socialisti: “azienda Italia”. No, dicevamo. Una Nazione non è una azienda. Per una Nazione un tempo si dava anche la vita. Le Nazioni hanno fatto bancarotta solo dopo una rivoluzione o una guerra perduta. Oggi assistiamo alla vendetta della storia.  Adesso, ridotti gli Stati ad aziende, privatizzata e delegittimata la politica, anzi, cancellata la politica, ci si accorge che come tutte le aziende gli Stati possono fallire. Può fallire anche l’Europa.
Anche qui avevo visto giusto. Nel 2001, alla Camera, dicevo. “Mai nella storia si è vista una moneta reggere, rimanendo appesa al nulla. Dobbiamo, pertanto, appendere l'euro alla bilancia di una giustizia comune, alla spada di una difesa comune, ad una politica economica ed estera comune”. Senza una Europa politicamente unita  che la sostenga, concludevo, la moneta comune crollerà. E infatti l’euro rischia adesso di ctrollare. C’è da sperare che, spinti dal terrore per il disastro imminente, i governi diano finalmente, subito, all’Unione Europea i poteri sovra nazionali necessari. Che creino l’Europa politica, senza la quale l’Europa monetaria e l’Europa stessa non sopravvivranno. Più in generale,nel mondo,la globalizzazione, ovvero la economia globale e senza frontiere, è un bene. Ma se c’è un contrappeso, se è bilanciata da una politica altrettanto globale e senza frontiere. Per questo, da anni insisto sullo slogan “la politica globale”. La politica globale. Sino a che la politica non sarà globale, non conterà e il potere unico sarà quello del denaro. Con i risultati che si vedono.
Veniamo a noi. La crisi mondiale in atto ha creato l’esigenza impellente, disperata, di voltare pagina verso un governo di unità e di salvezza nazionale. E’ esattamente il governo che ho cominciato a chiedere per la prima volta al congresso di Montecatini del 2008.
“Tutte le emergenze- dicevo allora- si sono aggravate e moltiplicate. Forse il meglio della sinistra e il meglio del centro devono trovare una intesa. Forse la parte raziocinante, politica e non anti politica,responsabile e non populista, dei due schieramenti, quella che si richiama alle grandi tradizioni culturali della prima repubblica(socialista e democristiana) deve affrontare le emergenze irrisolte e aggravate con uno sforzo di unità nazionale. Consiglio di restare leali nel centro sinistra, ma di cominciare a tessere la tela bipartisan dell’unità nazionale. Anche se oggi tutto sembra congiurare contro questo disegno, forse, ancora una volta, i fatti ci daranno ragione”. I fatti ci hanno davvero dato ragione. In pratica l’unità nazionale c’è. Anche se una classe dirigente politica senza coraggio non ha osato metterci la faccia. Ipocrisia e vergogna. Non solo. Infinite volte ho ripetuto quale è a mio parere la parte non responsabile, populista, anti politica alla quale mi riferivo. Il leghismo da una parte, il dipietrismo dall’altra. Infinite volte ho insistito sulla necessità di emarginarli entrambi. Bene. Fuori uno. La Lega si è emarginata da sola. Adesso aspettiamo il fuori due (siamo a un passo): fuori anche Di Pietro.  Vanno fuori da sé. Perché da miserabili demagoghi quali sono contano di cavalcare la protesta per lucrare qualche punto percentuale in più.  Si sta delineando dunque, al cento per cento, tutto quello che avevamo sperato e anticipato.
E non è finita. Il PdL si prepara ad esplodere, creando tre grossi frammenti.  Da una parte i nani e le ballerine:noi li arginavamo nei corridoi dell’assemblea nazionale. Berlusconi li ha portati nel Parlamento e nel Governo, ma sono finiti. Da un’altra parte gli ex fascisti. Da un’altra parte gli ex socialisti e democristiani. Il PdL esploderà. Ma vedo forti possibilità di esplosione anche nel PD, un altro contenitore senza radici, né storia, né cultura. Si reggevano a vicenda. Cadranno insieme.
E’ il nostro momento. Devo ringraziare i dirigenti del Partito e voi tutti per averci condotti vivi sino a qui. Grazie per la vostra generosità e il vostro coraggio nel “Non Mollare”.Consiglio di insistere su alcuni punti.
Primo. Il tipo di bipolarismo che dura da vent’anni(il ventennio perduto) ci ha portato alla rovina. Chi lo vuole continuare come niente fosse è un irresponsabile. Ma è soprattutto un opportunista. Diciamo la verità. Questo bipolarismo ha creato una classe dirigente politica penosa. Questi dirigenti, a destra come a sinistra, sanno che spariranno se sparirà questo bipolarismo ammalato(Del Bue lo ha chiamato questa mattina “bastardo”) che li ha miracolati. Ci si aggrappano contro gli interessi del Paese.
La politica è sospesa. Dobbiamo usare il tempo del governo Monti per smontare e rimontare, scomporre e ricomporre il sistema politico. Lo ha detto prima anche Martelli., Dobbiamo lavorare in una fase che è ormai in pratica costituente. Siamo stati gli unici a chiedere da anni una costituente e un processo costituente è ormai nei fatti. Prepara il ritorno della politica. E la nostra identità socialista è la carta che tutta la sinistra deve giocare quando la politica ritornerà. L’unica possibile. Nencini lo ha detto ieri con efficacia. I nuovisti del PD hanno trattato con sufficienza i socialisti europei, senza capire che presto forse torneranno al governo a Parigi e a Berlino, e decideranno il futuro dell’Europa. Solo loro possono salvarla. I nuovisti del PD credevano di andare oltre la socialdemocrazia, e sono approdati al nulla.
Mentre la politica è sospesa, bisogna appoggiare il risanamento tentato dal governo Monti , al quale la sola alternativa è la catastrofe. Vorrei essere chiaro su questo punto. Prima ho usato parole di fuoco contro il Casinò senza frontiere costruito dai liberisti, che ha distrutto l’economia mondiale. Ma non c’è contraddizione. Bisogna distinguere infatti due binari paralleli.
Su un binario, va condotta una battaglia culturale e morale contro il liberismo senza regole, una battaglia che non si può vincere in un solo Paese, perché ha come orizzonte minimo l’Europa, perché può avere come protagonista, a sinistra, non un partito nazionale, ma solo il Partito socialista europeo e l’Internazionale socialista(se ne saranno capaci). Questa battaglia riguarda non la politica nazionale, che è assolutamente ininfluente, ma la politica globale.
Sull’altro binario, vanno presi i provvedimenti di risanamento ordinati dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale.  Un singolo Paese infatti non può mettersi di traverso senza essere stritolato. La politica è l’arte del possibile. Papandreu è un economista e un leader socialista. Conosce le colpe del liberismo meglio di me e di Vendola. Ma ha fatto quello che doveva fare e che in una certa misura farà Monti.
L’attuale sospensione della democrazia, l’attuale privatizzazione della politica, era ed è un passaggio obbligato. E tuttavia c’è una speranza, un motivo profondo di riflessione. Se l’Italia si salverà, chi l’ha salvata? I nuovisti? I demagoghi? La antipolitica? I giovani rottamatori come Renzi? No. Un uomo di 86 anni che è esattamente il prodotto della grande scuola politica della prima Repubblica. Giorgio Napolitano. Un vecchio militante della sinistra che è diventato socialdemocratico. Il suo consigliere Arrigo Levi, non per caso, ha nel suo ufficio la fotografia di Pietro Nenni.
Concludo. Mi è piaciuta molto la pubblicità che si vede nelle stazioni. E mi ha sollecitato una riflessione.  Il nostro è un Partito unico. E’ guidato da giovani e da anziani(molti). Ma questo conta poco. Non seguiamo i finti modernizzatori che hanno sostituito alla lotta di classe la lotta di classi(classi di età). Il nostro è un Partito unico. E’ l’unico( guardiamoci intorno) non più guidato dalla nomenclatura che è stata ininterrottamente alla ribalta, in prima fila, negli ultimi decenni. Qui non ci sono i leader del PCI, della sinistra democristiana, del MSI che fanno i leader ancora oggi. No. Anch’io, ad esempio, faccio il militante del partito, e basta. E sì che sono un socialista, non un ex fascista o comunista, e avevo pertanto ragione. Il PSI è un partito nuovo, ma nello stesso tempo antico, perché ,ancora è l’unico, l’unico, che non ha cambiato nome e simbolo, l’unico che trae dal suo passato orgoglio, legittimazione e identità. Soltanto esistendo, soltanto essendo vivi, sottolineiamo la cattiva coscienza dei partiti trasformisti. Anche per questo non ci vogliono bene. Politique d’abord, diceva sempre Nenni. Quando la politica tornerà, e tornerà presto, il partito socialista, nuovo e antico, avrà un ruolo chiave nella sinistra. Finalmente la convincerà che non ha futuro una sinistra senza una famiglia internazionale, e senza radici. Perciò fuori dal mondo(perché senza famiglia) e fuori dalla storia( perché senza radici). Vogliamo essere il piccolo seme di una sinistra nuova e antica. Vogliamo far crescere una grande sinistra, come noi nuova e antica. Auguri, buon lavoro. E ancora grazie. Grazie per avere resistito un minuto di più della tragicomica seconda Repubblica. Che è finita sotto le macerie dell’economia. La sua fine ci rimette finalmente in gioco.

venerdì 4 novembre 2011

Comunicazione dell'Organizzazione Nazionale: CONGRESSO E TESSERAMENTO


Carissimi,
               come comunicato in precedenza, l'11 Novembre scade il termine ultimo per rinnovare la tessera al PSI e poter partecipare al Congresso Straordinario dei primi di Dicembre.
La militanza politica ha un senso se si decide l'appartenenza attraverso una adesione formale che è  costituita dalla tessera.

Rilevo che troppo spesso  alcuni compagni, di qualità politica  e con grande attaccamento ai nostri ideali,  disquisiscono sulle vicende del partito in largo e lungo ma poi  trascurano in parte o del tutto  il capitolo tesseramento.

Molti compagni ancora non ci hanno fatto pervenire  notizie sullo stato del tesseramento sul loro territorio ed in alcuni casi non hanno neanche provveduto personalmente.
Vi sono altresì situazioni in cui il tesseramento ha avuto impennate con aumenti fino al 20% rispetto allo scorso anno. Siamo grati a questi compagni e ci auguriamo che siano di sprone per i ritardatari.
Pertanto  vengo a chiedervi  di  moltiplicare gli sforzi per arrivare alla scadenza con un congruo numero di tessere.
La normativa completa potrete trovarla sul sito ufficiale del partito all'indirizzo 
www.partitosocialista.it  ,alla voce tesseramento.

Per ogni vostra ulteriore  richiesta od informazione potrete utilizzare  questo indirizzo di posta elettronica. organizzazione.psi@gmail.com  .

E' quanto vi dovevo.
Con i più affettuosi e fraterni saluti.

Angelo Sollazzo

ATTIVO REGIONALE PSI - 11 novembre 2011 ore 17.30 - Porto Recanati


Si comunica che venerdi 11 novembre, alle ore 17,30, presso la sezione B. Craxi di Porto Recanati, si terrà un Attivo Regionale alla presenza del compagno On. Sollazzo Angelo, della Segreteria Nazionale (Responsabile Tesseramento), per preparare le assemblee congressuali. Si raccomanda la partecipazione precisando che il tesseramento 2011, per coloro che intendono partecipare alle fasi congressuali, scade proprio in data 11 novembre.

Si prega di farsi carico della convocazione nei confronti del maggior numero possibile dei compagni iscritti nella propria federazione provinciale.


Luciano Vita
Segretario Regionale

sabato 22 ottobre 2011

Congresso Cittadino del Partito Socialista Italiano - sezione Ascoli Piceno


La S.V. è invitata a partecipare al

Congresso Cittadino del Partito Socialista Italiano
- sezione di Ascoli Piceno -
che si svolgerà

domenica 23 ottobre 2011 ore 10:00

Sala Docens – piazza Roma n. 6, Ascoli Piceno

Sarà gradito un Vostro intervento.

Questo il programma dei lavori:

ore 10:00  Nomina della Commissione Verifica Poteri ed insediamento della Presidenza
ore 10:15  Apertura dei lavori congressuali
                Relazione del Segretario Regionale PSI Luciano Vita
                Relazione del Segretario Provinciale PSI Ascoli Piceno Riccardo Morelli
ore 10:45  Interventi degli invitati
ore 11:15  Presentazione dei candidati ed illustrazione delle mozioni congressuali
ore 11:30  Dibattito
ore 12:00  Votazioni

Confidando nella Vostra presenza, porgiamo vive cordialità.

Ascoli Piceno, 20 ottobre 2011
                                                         La Commissione Congressuale Cittadina
                                                                          PSI Ascoli Piceno
                                                                              Il Presidente

venerdì 14 ottobre 2011

Appello rivolto alla segreteria del Partito Socialista Italiano


Care compagne e cari compagni,
con questo appello invitiamo la Segreteria Nazionale a modificare le norme congressuali previste per il prossimo Congresso Straordinario, che si terrà a Fiuggi il 2, 3 e 4 dicembre 2011.

Riteniamo che le norme definite dalla Segreteria per l’Assemblea Congressuale siano palesemente in contrasto con lo Statuto del Partito, e con tutta la storia di democrazia e di libertà rappresentata dal Partito Socialista Italiano.

Il regolamento proposto appare inoltre assolutamente contradditorio. Da un lato viene infatti chiesto alle Federazioni Territoriali un particolare impegno politico nell’organizzare il Congresso, attraverso la discussione del documento proposto e l’elezione dei delegati, mentre dall’altro viene negata espressamente la possibilità di elaborare proposte alternative, anche se ampiamente condivise, e di intervenire sul Documento Congressuale proposto dalla Segreteria, limitando l’espressione del possibile dissenso a meri appunti di natura integrativa o di esclusiva rilevanza locale.

L’elezione dei delegati risulta in tal modo scollegata dal dibattito e dall’elaborazione politica, non prevedendo né la votazione dei documenti integrativi, e né tantomeno dando ai presentatori di questi ultimi il diritto a determinare in modo proporzionale i delegati in rappresentanza della posizione politica espressa.

Il contributo degli iscritti, così come quello dei componenti dei Comitati Regionali e dell’Assemblea Nazionale, viene in tal modo ad essere ridotto ad una mera accettazione o meno del Documento Congressuale unilateralmente proposto dalla Segreteria, negando la possibilità di intervenire autonomamente e liberamente, come previsto dal nostro Statuto (art.4) [1], sulle scelte politiche presenti e future del Partito;

Nel ricordare la gloriosa storia democratica dei Socialisti, e richiamando il rispetto delle disposizioni dell’Art. 4 dello Statuto del Partito Socialista Italiano,

INVITIAMO

la Segreteria Nazionale di codesto partito a voler rivedere le norme per l’assemblea congressuale permettendo, in nome del pieno diritto alla partecipazione attiva degli iscritti, di poter elaborare proposte politiche, anche alternative, e di poterle mettere ai voti, garantendo la proporzionale determinazione dei rispettivi delegati.

[1] Statuto Partito Socialista Italiano:
Articolo 4 – Diritti e doveri degli iscritti 
1. Ogni persona iscritta al Partito ha il diritto di: a) essere compiutamente informata così da garantirne l’effettiva partecipazione alla vita interna del partito, così come alla elaborazione delle sue linee politiche e programmatiche; b) partecipare all’elaborazione della linea politica e programmatica del Partito; c) esprimere e sostenere in ogni sede, di Partito o pubblica, le proprie posizioni ideali, religiose culturali e politiche, anche difformi da quelle sostenute dalla maggioranza determinatasi nel Partito;

Roma, 9 ottobre 2011

giovedì 6 ottobre 2011


A Fiuggi il 2, 3 e 4 dicembre
CONVOCATA L'ASSEMBLEA CONGRESSUALE NAZIONALE DEL PSI
giovedì 6 ottobre 2011
La segreteria nazionale del partito nella riunione di ieri, a seguito del deliberato del Consiglio nazionale svoltosi a Bologna lo scorso 10 settembre, ha convocato l' Assemblea Congressuale Nazionale del Partito Socialista Italiano a Fiuggi nei giorni 2, 3 e 4 dicembre 2011  ed ha approvato le Norme Congressuali.

venerdì 30 settembre 2011

D’Alema, dimettiti da vicepresidente dell’Internazionale Socialista!

<<D’Alema, dimettiti da vicepresidente dell’Internazionale Socialista!>>

La Socialdemocrazia non è storia!
Caro D’Alema,
non ti chiamo compagno perché vedo che i tuoi trascorsi hai cercato di cancellarli come fossero il sogno di una notte. Confesso che credo poco a chi, dopo essere stato per una vita sostenitore di una cultura politica, nel giro di un battibaleno non solo la dimentica, ma arriva a sconfessarla (in questo caso se ne sconfessano addirittura due). E’ legittimo rendersi conto di aver inseguito una via che si è dimostrata quella sì superata, è altrettanto legittimo cercare di guardare avanti. Quello che non è accettabile è che si pretenda, nonostante il proprio passato, di essere dirigente di una nuova organizzazione politica (IS) per poi essere tra i promotori della sua abdicazione.
Hai gia dato un contributo al tuo paese: hai contribuito in prima persona alla disfatta della sinistra italiana e hai la responsabilità nella creazione di una delle più grandi anomalie politiche del nostro paese: il Partito Democratico. Un partito che evidentemente è in buona parte espressione dei tuoi pensieri: senza valori, senza ideali e senza prospettiva. Un partito che ha trovato la propria ragione di esistenza nell’anti-Berlusconismo e che senza questo è destinato ad implodere. Un modello partitico che oltre ad essere lontano anni luce dalle esigenze dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, di coloro che non riescono a guardare al proprio futuro e a quello dei lori figli, si è dimostrato in tante occasioni sensibile ad interessi opposti. Questo non sono io a dirlo, ma una buona parte dei militanti del PD e la loro insofferenza la si apprende ogni giorno.
Quando affermi che la socialdemocrazia è ormai storia, vengono i brividi ad immaginare quale sia il futuro che proponi.
Può esistere una sola sinistra in grado di creare una coesione tra la frenetica evoluzione della società e la necessaria giustizia sociale. Può esistere una sola sinistra animata dalla ragione e non da semplici utopie.Una grande sinistra socialdemocratica!
Il problema non è la socialdemocrazia, ma l’incapacità di alcuni uomini che dirigono le organizzazioni d’ispirazione socialista! Uomini che in molti casi hanno dimenticato le proprie ragioni di vita, le proprie radici e quindi la capacità di comprendere le esigenze di una società in continua evoluzione. Uomini dai pochi valori, affascinati dalla globalizzazione economica, che hanno dimenticato quella sociale.
L’Internazionale Socialista e il Partito Socialista Europeo hanno al contrario bisogno di rispolverare le proprie radici, di riscoprire le proprie motivazioni fondanti e di mettere in “pensione” chi ha perso la fede! (o chi non l’ha mai avuta). Sarebbe onesto e dignitoso che gli uomini comprendessero da soli quando è il momento di dedicarsi ad altro.
Caro D’Alema, prima di essere posto in “pensionamento forzato”, sarebbe opportuno che con dignità facessi con le tue gambe il giusto passo: dimetterti da vice Presidente dell’Internazionale Socialista!
L’Internazionale Socialista ha davanti a sè un grande ruolo politico per costruire un mondo migliore dove la giustizia sociale non rimanga una mera illusione. Lottare per la “costruzione degli Stati uniti del mondo“ deve essere l’ordine del giorno. “Governare l’economia mondiale per una sempre maggiore giustizia sociale globale “ deve esserne il proprio motto.

Daniele Delbene

lunedì 19 settembre 2011

Care compagne e cari compagni,

Nell'avvicinarsi della scadenza congressuale della nostra organizzazione, anche nelle Marche andiamo finalmente a convocare un congresso di fatto ricostitutivo della Federazione Giovanile, dopo i due anni di difficoltà che abbiamo attraversato. 
Il passaggio alla esclusiva militanza nel Partito di molti dei compagni e delle compagne che avevano animato le importanti e feconde stagioni di attività politica che la FGS Marche aveva portato avanti sotto la guida di Daniele Carnevali e Alessandro Bolognini, unito alla crisi attraversata a livello nazionale dal Movimento Socialista dopo la sconfitta del 2008, hanno messo a dura prova la Federazione Giovanile. 
Ci siamo trovati ad attraversare due anni di "reggenza" nei quali, nonostante il lavoro della nostra regione a livello di segreteria nazionale, con l'incarico su Scuola e Università riconosciutoci, e il successo di nostri militanti nella vita di Partito (su tutti basti ricordare il compagno Riccardo Morelli, attuale segretario di Federazione ad Ascoli Piceno), anche svolgere un tesseramento regolare è stato difficile.
Ora, dopo due anni di intenso lavoro da parte del gruppo dirigente giovanile raccolto attorno al Segretario Nazionale Luigi Iorio, la FGS si appresta a entrare in una nuova, più snella e movimentista, fase della sua Storia, dopo aver riguadagnato le luci della ribalta con iniziative politiche coraggiose e costanti, e aver svolto un ruolo fondamentale nella sopravvivenza del PSI in tante realtà del nostro Paese. Le Marche non dovranno fare eccezione: ricostituito un piccolo gruppo di militanti, ripartiamo con fiducia nella nostra missione di servizio e di formazione.

E' notizia di questi giorni che in Ancona sarebbe nato un nuovo nucleo giovanile: è una notizia che, se confermata, potrebbe essere foriera di grandi novità per il movimento giovanile dei Socialisti marchigiani. 
Si sollecitano perciò i compagni di eventuale nuova iscrizione a comunicare al più presto possibile i loro nominativi alla segreteria nazionale, per convalidarne le iscrizioni, in modo da poter organizzare il più presto possibile anche nella nostra regione i congressi per la nuova segreteria regionale e l'elezione dei nostri rappresentanti al prossimo congresso nazionale FGS. I nuovi iscritti possono contattarmi, appena possano, al 338-6778088 o all'indirizzo email manfrpds@yahoo.it, per poter concordare data e luogo dell'assise congressuale. Ogni iscritto potrà godere di massimo una delega.

Saluti socialisti e a presto !

Manfredi Mangano

sabato 17 settembre 2011



Compagni/e, 






il progetto per la costruzione delle società progressiste è in pieno svolgimento. Una delle tappe fondamentali è la prima bozza della 


Dichiarazione dei Principi del PSE 
disponibile dal 6 Settembre scorso.
La dichiarazione di principi del PSE sarà adottata dal Consiglio PSE del prossimo 24 novembre 2011. Ma il processo è tutt'altro che finito! 

Ora, il PSE ha bisogno di te per i tuoi commenti e idee sul progetto. 
Per leggere la bozza completa della dichiarazione dei principi ed inviare i tuoi commenti, segui il link delle società Progressiste sulla piattaforma online: Re:new




Il termine ultimo per inviare i tuoi commenti è Venerdì 30 settembre 2011. Lo staff del PSE provvederà a raccogliere i suggerimenti e presenterà una relazione alla Presidenza del PSE il 6 ottobre. 
Qui puoi trovare il testo della Dichiarazione in Inglese:


http://www.pes.org/sites/www.pes.org/files/draft_declaration_of_principles.pdf









Un caro saluto. 


Carmine Iuliano 
Italian pes@ctivists
coordinator (PSI Italy) 

mercoledì 17 agosto 2011


Socialista è una brutta parola ?

Antonio Martino, liberale, ex ministro, oggi fra i più agguerriti critici della manovra di Berlusconi, ha scoperto che la deriva del Pdl e del suo amato premier è tutta colpa dei socialisti. Ne vede troppi nel governo e nei ruoli apicali del partito e li cita tutti, da Sacconi a Brunetta a Cicchitto a Tremonti. è uno strano destino quello che accompagna una cultura e una tradizione che hanno fatto compagnia a milioni di cittadini per decenni.
Vecchia sezione del Psi (Flickr)
Quello che è accaduto alla parola "socialisti" negli ultimi tempi assomiglia a un film horror. Ogni volta che si è voluto contrassegnare un vizio italiano e soprattutto un degrado della politica si è fatto ricorso a questa definizione. Socialista era il marchio di infamia con cui vennero contrassegnati i tangentari della prima repubblica e socialista fu il leader più odiato alla fine degli anni Ottanta e inizio Novanta quasi che in lui si concentrasse tutto il malaffare della politica.
Oggi sono socialisti sia i ministri detestati per la manovrasia quelli in prima linea negli atteggiamenti antisindacali, cioè Sacconi e Brunetta. Siamo forse l'unico paese occidentale, a parte gli Stati uniti, in cui nessun partito ha voglia di fare ricorso alla definizione socialista per contrassegnare il proprio progetto, addirittura gli ex comunisti hanno fatto diverse giravolte pur di evitare quella antica ma ormai disprezzata denominazione.
Tremonti, Sacconi e Brunetta
È visibilmente una vera rinuncia per la politica italiana che oggi si trova a sinistra senza miti da spendere e senza quella narrazione che Vendola sta cercando senza trovarla ancora. Molti hanno provato a cercare di ricostruire attorno a questa bandiera una nuova aggregazione politica. Ogni tentativo è però fallito malgrado spesso questi raduni socialisti siano affollati. Il paradosso è che mentre a sinistra pochi hanno voglia di dichiararsi socialisti, a destra molti esponenti di punta del berlusconismo si vantano di esserlo ancora. Al punto che al termine di quest'ultima stagione politica ci sono ancora socialisti da additare come gli uomini neri anche di questa crisi italiana.
Che cosa ci sia di socialista nella cultura attuale degli uomini citati da Martino può essere oggetto di una difficile attività di investigazione sulla base di tracce e indizi assai deboli, tuttavia colpisce il fatto che i "cattivi" abbiano voglia di indossare questa veste mentre i "buoni" se ne spoglino. Scrivo queste ultime annotazione sul filo dell'ironia solo per osservare che se non si riuscirà a fare un comitato di salvaguardia del socialismo italiano, che lo restituisca alla sinistra e fra le correnti riformiste di questa, è bene metterci una pietra sopra nella convinzione che se il socialismo avrebbe potuto sopravvivere a Craxi difficilmente si rialzerà dopo Sacconi e Brunetta.

martedì 26 luglio 2011

Un’azienda unica regionale per il trasporto pubblico locale marchigiano.

La recente crisi economica globale e le ultime leggi finanziarie hanno determinato una modifica sostanziale nelle modalità e soprattutto nelle quantità di trasferimenti di risorse finanziarie dallo Stato alle Regioni; inoltre l’accordo Stato-Regioni ha introdotto il cosiddetto federalismo regionale che ha comportato un ulteriore disimpegno da parte dello Stato ed una maggiore responsabilità delle Regioni in merito alle politiche del trasporto pubblico.

Infatti dal 2012 lo Stato non finanzierà più il trasporto pubblico locale, che dovrà reggersi esclusivamente sulla  fiscalità regionale, ovvero nuove tasse per i cittadini marchigiani.
Pertanto per avere un servizio ottimale e capillare, evitando sprechi e sovrapposizioni, e laddove ce ne siano andando a recuperare risorse investendole in nuovi collegamenti o infrastrutture, occorre una maggiore integrazione tra tutte le aziende regionali del trasporto su gomma.

Ciò significa che le risorse che la Regione Marche potrà mettere a disposizione del settore del trasporto pubblico locale, saranno sempre minori, considerando che già la Regione Marche sta  effettuando un taglio globale del 5% delle risorse per tutto il settore.

È risaputo che il forte impatto ambientale prodotto dal traffico privato automobilistico nelle aree urbane ed extraurbane ha conseguenze pesanti sulla salute dei cittadini e sull'ambiente; ma una politica coraggiosa volta a rafforzare tutto il TPL,  attraverso una forte integrazione modale ferro-gomma, può aumentare l'utenza riducendo in modo consistente l'uso del mezzo privato con una conseguente riduzione dell'inquinamento da polveri sottili.

Per questo motivo, i socialisti marchigiani considerano importante, se non fondamentale intervenire tempestivamente ed incisivamente nel nuovo Piano del Trasporto Pubblico Locale, che è in fase di approvazione da parte del Consiglio Regionale.
Siccome gli attuali affidamenti dei servizi del Trasporto Pubblico Locale  sono in scadenza al 30/06/2013, è indispensabile prevedere nel capitolo del Piano relativo alla “governance” che sia stabilito con chiarezza che la prossima tornata di gare venga effettuata in un unico bacino regionale.

Inoltre, occorre che gli Enti Locali procedano all'unificazione delle cinque aziende pubbliche operanti negli attuali bacini, allo scopo di realizzare “l’Azienda Regionale per la Mobilità Marchigiana”; un'azienda unica operante in tutto il territorio regionale in grado di ottimizzare le risorse regionali messe a disposizione dal settore, di cancellare le attuali duplicazioni e sovrapposizioni di servizi e di catturare nuova utenza.

Su questi argomenti la segreteria regionale del PSI marchigiano ha dato mandato al proprio Consigliere  Moreno Pieroni di presentare una mozione urgente in Consiglio Regionale.

lunedì 25 luglio 2011

Il cordoglio dei Socialisti di Ascoli Piceno
per le giovani vittime della strage di Utoya.
La loro colpa? Sognare un mondo diverso e migliore,
dove l'uomo non prevarica l'uomo. 
Ora e sempre, Socialismo, Pace, Libertà!


mercoledì 18 maggio 2011

Amministrative San Benedetto: Grande risultato della lista PSI - Verdi

Ottima affermazione elettorale dei candidati socialisti alle Elezioni Amministrative di San Benedetto del Tronto. Con 1.888 voti, pari al 7,69% del totale, la lista Partito Socialista Italiano - Verdi, che appoggia la candidatura del sindaco uscente Gaspari, è la terza lista della città dopo PD e PDL. 
Un risultato ragguardevole il cui merito va attribuito alla travolgente performance dell'Assessore Leo Sestri (469 preferenze), a cui si accompagnano quelle non meno significative di Giuseppe Laversa (141), Umberto Pasquali (110), Alfredo Rizzoli (61), Mario Capriotti (46), Francesca Marconi Sciarroni (39), Cristina Mazza (33) e di tutti gli altri compagni che si sono generosamente spesi in questa tornata elettorale. 
L'impegno dei Socialisti assieme ai Verdi è ora concentrato per garantire al candidato sindaco Gaspari il sostegno necessario in occasione del ballottaggio che si svolgerà domenica 29 e lunedì 30 maggio.